L'intervista definitiva di Lack00 al DanishLab

L'intervista definitiva di Lack00 al DanishLab

Giò aka DanishLab aka JediMasterJedi aka JMJ: "Tanto lo so qual è la prima domanda che mi farai..." (e ride)

Clà aka Lack00: "Allora te la faccio subito anche perchè tanto sarà l'unica domanda poi tu inizi a parlare e come sempre facciamo notte"

JMJ: "Ti leggo nel pensiero, come sempre, e me la faccio da solo: perchè il cliente chiede sempre se il mobile danese è in legno massello?"

Lack00: "Ok, puoi iniziare... buon divertimento"

mobili vintage roma design danese originale

JMJ prende la parola...

"Tutti sanno che i mobili massello sono costruiti con legno pieno qualunque sia la sua essenza cioè qualunque sia il tipo di legno scelto. Viene chiamato massello perché il legno usato è unicamente di quell'essenza.
Ma non tutti sanno che per costruire un mobile massello il legno deve essere assemblato primo perché le tavole non sono mai abbastanza grandi o alte per poter realizzare un mobile intero, secondo perchè tendono ad incurvarsi in quanto il legno risente dei cambiamenti di temperatura o delle cattive stagionature. 

Fino alla fine del ‘700 si è costruito con legno massello tagliato a mano, poi con l'avvento delle macchine è stato possibile tagliare i legni nobili in strisce molto sottili (chiamate impiallicci) usate per rivestire i mobili.
Prima che esistessero gli impiallicci si usava rivestire comunque i mobili con legni pregiati su legni meno pregiati: essendo tagliati a mano gli impiallicci avevano uno spessore dai 3 ai 5 mm (venivano chiamati placcature) e quindi, visto che la quantità di legno nobile era maggiore, erano considerati più pregiati.
Fu con l'avvento delle macchine che lo spessore di questi impiallicci diminuì fino ad arrivare a 0,3 / 0,6 mm permettendo così all'industria di costruire mobili comunque piacevoli ma a prezzi estremamente più bassi.

mobili vintage roma design danese originale

Lack00: ".....e i mobili danesi, ovviamente quelli che proponiamo noi, cioè originali anni '50-'60 firmati o non firmati dai vari master cabinetmaker?"

JMJ: "I mobili danesi sono tutti rivestiti con essenze pregiate, quello che l'occhio vede è teak, palissandro o rovere, ovvero legni molto costosi, essenze dure che non si screpolano e restano nel tempo fedeli a quello che sono state in origine.

Il palissandro è uno dei legni più costosi al mondo dopo l'ebano, un tempo era venduto a 7 milioni al metro cubo oggi è quotato circa 8-10 mila euro al metro cubo. Un foglio buono di palissandro al metro lineare costa 6/8 volte rispetto ad un legno buono e soprattutto non si trova facilmente, il noce costa 5 euro al metro, il teak 8/10/12 al metro e risente di un suo borsino di mercato.

Lack00: "La credenza model 63 in palissandro di Arne Vodder (vedi foto sotto) che abbiamo in laboratorio come la valuti tu?"

JMJ: "Clamorosa per la fiammatura e lo spessore dell'impiallicciatura che qui è di circa 1/2 mm e questo fa si che ne possa conservare tutta la fibra e la tessitura.

arne vodder credenza palissandro design danese vintage originale

Lack00: "Tutti i mobili danesi che arrivano in laboratorio dici sempre che sono mobili macchinati ma cosa significa?"

JMJ: "Significa che la cassa del mobile è costruita con dei pannelli di legno. Ogni pannello è composto da un pacchetto di legni che può essere costruito o con legno truciolare (segatura incollata) o con legno paniforte (ovvero un pacchetto di strisce di legno più pregiato del truciolare, che da più garanzia di stabilità, pesa di meno, è composto da varie sfoglie di legno o bacchette massello incollate una sull'altra a partire da quelle interne meno pregiate fino ad arrivare alle ultime visibili più pregiate).

I mobili che arrivano in laboratorio sono in paniforte rivestito con legno nobile (teak, rovere o palissandro) e possono avere una o più parti in massello.

Le rifiniture dei bordi nei mobili meno pregiati sono chiamate cornicette (perchè si usa lo stesso impialliccio) e in quelli più pregiati sono chiamate bordini (perchè sono spessi mezzo centimetro).

johannes andersen sideboard design danese originale vintage

Lack00: "Quindi per tornare alla domanda da cui siamo partiti, quando il cliente chiede se sono in legno massello?"

JMJ: "Sta dicendo una cosa che deriva da cattiva informazione perché nel 99,99% dei mobili nordici/danesi non esiste un mobile costruito interamente di legno massello.

Il mobile di teak massello oggi si presenta quasi sempre come un mobile con una finitura e costruzione grezza che viene dall'oriente, è un assemblaggio di legni pieni cioè masselli teak di quarta e terza scelta che vengono assemblati insieme e si riconoscono perché la finitura è piena di nodi, di imperfezioni, perché il legno viene tagliato, è un legno di scarto.

I mobili di legno massello con il passare degli anni esistono solamente di legni non pregiati: IKEA fa legno massello ma sono assemblaggi di abeti e larici che sono legni che costano pochissimo e hanno poca stabilità e durata.

La scelta dei maestri danesi fu invece quella di appagare l'occhio facendo vedere un legno di qualità estrema dietro al quale c'è un mobile costruito con estremo ingegno ebanistisco in una cassa che facesse risparmiare i costi e che quindi permettesse a tutti di poter comprare questi mobili, ricordiamo sempre che il design danese viene dal Funzionalismo i mobili danesi erano mobili "per" il popolo.

mobili vintage roma design danese originale

Lack00: "quindi finora ci ha spiegato come è costruito un mobile danese anni 50. Si è parlato di massello, di paniforte, di mobili funzionali per tutte le famiglie e del miglioramento nella produzione industriale degli impiallicci".

JMJ: "si ma non ti ho detto che c’era ancora un rischio… il rischio che hanno questi mobili è che ricevano dei graffi e dei segni d'uso talmente profondi che taglino e superino lo spessore dell'impialliccio.

Questo difetto viene risolto nei mobili di valore (e quindi anche quelli danesi) perché lo strato è abbastanza spesso e quindi il graffio può - come nei parquet - essere lamato senza intaccare la superficie sottostante all'impialliccio nobilitato.
Per fare ciò, la regola fondamentale è non intervenire sul punto del graffio, altrimenti si bucherebbe l'impialliccio.
Anche se nel restauro da sempre le macchine sono un po' demonizzate, la verità è che il graffio deve essere tolto con l'utilizzo di macchine professionali specializzate rotorbitali (ribadiamo quindi non-a-mano-libera) che non sostituiscono le capacità dell'operatore anzi hanno bisogno per essere utilizzate di una grande esperienza.
Essendo macchine molto importanti necessitano di una notevole sensibilità da parte dell'operatore che deve quindi calibrarne la potenza senza abradere l’impiallaccio".

Lack00: "Beh in merito a questo metodo di lavoro abbiamo ricevuto anche la conferma ed i compliemnti da MC Selvini a Milano lo scorso anno.... e quindi possiamo dormire sonni tranquilli..."

arne vodder credenza teak design danese originale

 JMJ: "Una seconda questione da sapere è che i mobili danesi sono sempre trattati con olii pregiati (di pesce, balene) che non venivano stesi direttamente sul legno nudo, con il rischio di impregnarlo di una sostanza che non si asciuga mai e che non gli permette di respirare e di muoversi come deve, bensì questi olii venivano stesi su sigillature cioè su una base di vernice che è più o meno sintetica o naturale a seconda di chi operava".
Lack00: "Quando dici sigillatura parli di gommalacca satinata opaca di cui parleremo nella terza ed ultima parte di questa lunghissima intervista?"
JMJ: "Si, nel restauro professionale l'olio viene dato dopo la sigillatura per far diventare trasparente lo strato di legno, rendendolo più bello e resistente ma senza andare troppo in profondità, restando a pacchetto tra uno strato e l'altro di gommalacca, per questo si dice sigillato.
Nel restauro la patina (soprattutto la "prima patina"), ovvero la sua colorazione insieme all'invecchiamento di vernici pregiate, viene considerata un valore per il mobile e nell'immaginazione collettiva va salvata però nel caso dei mobili danesi - che non sono antiquariali ma come abbiamo già detto sono macchinati  - deve essere lavorata con lo stesso trattamento che gli è stato già fatto dall'industria usando macchine rotorbitali.
La macchina agirà su tutta la superficie e andrà a schiarire leggermente il colore del mobile senza lasciare grosse differenze".
Lack00: "Quindi la macchina permette di togliere insieme sia la vernice che il graffio in modo uniforme senza usare sostanze tossiche (sverniciatori) e potendo calibrare la pressione quindi la profondità dell'intervento decidendo la carta abrasiva da utilizzare e la velocità di giri da impostare".

tavolo vintage design danese restauro impialliccio

JMJ: "A questo punto del restauro bisogna aver cura di non cambiare la tonalità del legno originale la quale, viaggiando nel tempo, cambia la sua colorazione a seconda della sua antichità, della sua esposizione alla luce (perchè il legno contiene dei tannini che reagiscono alla luce scurendosi o nei legni scuri addirittura schiarendosi).
Quando si andrà a ripristinare la finitura - cioè a mettere il fondo ovvero la cera e l'olio - il mobile riprenderà il colore ma generalmente verrà abbassato di un tono che corrisponderà ad almeno una delle varie parti del mobile perché il mobile danese quasi sempre non è uniforme nella colorazione quindi non è necessario ritingerlo e ricolorarlo".

Lack00: "Avevi promesso di svelare almeno un segreto..." 
JMJ: "mmmmm diciamo che noi.... se serve... riusciamo a scurire solo l'ultima superficie della gommalacca ... è un modo molto complesso di patinare - non ti dico come - con una patina che in realtà è rimovibile, non è fatta di vernice, è all'interno fra due strate superiori di gommalacca, quindi senza intaccare il legno sottostante, senza essere dentro le vernici, questo metodo ridà il tono al legno schiarendolo ma senza rovinarlo perché questo colore sta tra due gommelacche ed è ha fatto con l'acqua".

 restauro conservativo mobili vintage laboratorio design danese

Lack00: "No no ma sei stato chiarissimo.... ti faccio l'ultima domanda... quella che loro li fuori vogliono sapere forse più di tutto... quanto costa un restauro di un piano di un mobile danese?
JMJ: "restaurare un piano significa carteggiatura, pulitura e stucchi, quattro mani di fondo date a mano e tre mani di cera sempre date a mano... nonostante ci siano differenze fra i vari tipi di legno, tra le vernici da togliere, lo stato del piano, siamo sui 200 euro circa al metro quadro".

 

Non ci resta che aspettare la terza ed ultima parte dedicata tutta alla finitura e alla gommalacca.

Ma forse prima andremo a ri-scavare nel nostro mega-archivio per tirar fuori un pò di viaggi, aneddoti e vecchie storie da non dimenticare.

Alla prossima ;))

 

 

 

 

 

 

 

 

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